TESI IN
L’integrazione tra pubblico e privato nell’organizzazione e gestione di servizi socio-sanitari: il modello Gea nella residenzialità per la salute mentale dell’ASL Salerno
Relatore: Ch.ma Prof.ssa. Angela Canonico
Coordinatrice: Gent.ma Prof.ssa Gianfranca Ranisio
Candidata: Rosa Iannone
Matr.: ZE3000191
INTRODUZIONE
Il sistema di sicurezza sociale italiano è stato interessato, a partire dagli ultimi 30 40 anni, da un processo di rinnovamento che ha interessato sia il livello delle competenze amministrative, che quello delle modalità di intervento degli attori chiamati in causa nella gestione ed erogazione dei servizi. Tale processo ha avuto inizio negli anni ’70 con l’istituzione delle Regioni. Successivamente con il D.P.R. n. 616 del 1977, si realizzò il “decentramento”, cioè il trasferimento alle Regioni delle funzioni amministrative e in particolare con l’attribuzione ai Comuni, delle funzioni di organizzazione dei servizi sociali. Ulteriori innovazioni vennero introdotte negli anni 90 e in particolare con la prima legge Bassanini (L. n°59 del 1997) che introdusse il principio di sussidiarietà, in base al quale le decisioni vengono prese dall’organo di governo più vicino ai cittadini (il Comune), e cioè da quello che è maggiormente in grado di interpretare i bisogni e le risorse della comunità territoriale di riferimento. Tale principio ha portato allo sviluppo di modelli organizzativo-istituzionali che attribuiscono ai Comuni la titolarità delle funzioni amministrative riguardanti i servizi sociali, e che valorizzano la collaborazione tra pubblico e privato. Questo quadro di ridefinizione del rapporto Stato-Regioni-Enti locali è stato completato attraverso l’introduzione della Legge Quadro di Riforma dell’assistenza, la L. 328 del 2000 e poi successivamente dalla Riforma del Titolo V della Costituzione (L. 3 del 2001). La legge n° 328 del 2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” ha ridefinito il profilo delle politiche sociali, apportando tutta una serie di elementi di novità. Questa legge si colloca in un 4 vuoto legislativo di oltre 110 anni in cui è mancata una regolamentazione organica dei servizi socio-assistenziali. Prima della L. 328, infatti, solo la Legge Crispi del 1890 aveva costituito la norma organica di riferimento per l’assistenza sociale. Tra le due norme numerosi sono stati i cambiamenti e le riforme, ma solo con la legge del 2000 si è giunti alla creazione di un quadro normativo unitario valido per l’intero territorio nazionale.