GEA: Ri-ripartire coi bambini e le bambine

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GEA: Ri-ripartire coi bambini e le bambine

GEA: Ri-ripartire coi bambini e le bambine

Il 25 novembre, sono ripartiti i servizi dei micronidi nei comuni Polla, Padula, Rofrano e Sant’Andrea di Conza. E’ stato un giorno importante, sia per la cooperativa Gea che per i bambini e le famiglie dei territori. In questo periodo difficile, scaturito dalla pandemia, è fondamentale ritornare alla “normalità” per i bambini e le famiglie.

GEA: Ri-ripartire coi bambini e le bambine

I servizi sono offerti in totale sicurezza, seguendo i protocolli nazionali e regionali.  E’ stato sottoscritto con le famiglie un patto di reciproca responsabilità sulle misure da adottare per la tutela dei bambini e della comunità di appartenenza.  In ogni struttura è stata identificata la zona di accoglienza/ uscita dei bambini per fasce di età con orari diversi al fine di evitare assembramenti. Gli spazi per i lattanti- semi-divezzi e divezzi sono stati identificati con colori diversi e non vi sono intersezioni.  Ad ogni gruppo di bambini stabili, vi è un operatore dedicato per le attività educative. La nostra gestione previdente, cosciente dei rischi ai quali siamo sottoposti oggigiorno, attua tutte le misure di sicurezza necessarie, quotidianamente si sanificano gli spazi, gli arredi e le attrezzature utilizzate per la cura e l’igiene dei bambini.  In questo momento storico, nel quale la normalità ha lasciato posto ad un susseguirsi di cambiamenti nel quotidiano, vi sono tante difficoltà, soprattutto per i bambini più piccoli che non hanno la possibilità di capire effettivamente cosa stia succedendo. Gli educatori nella   programmazione pedagogica coinvolgono attivamente i bambini nel costruire nuove modalità nello stare insieme e nel trovare attività più agevoli da svolgere nel rispetto delle nuove indicazioni: trovare una canzone da cantare durante il lavaggio delle mani per sapere quando è passato il tempo giusto o imparare la sequenza; usare degli spruzzi di acqua colorata (ogni giorno diversa) per farsi che i bambini ricordano il lavaggio delle mani; “Sbattere le ali” o usare strategie di gioco per identificare lo spazio da tenere per non toccare gli amici o la distanza giusta in cui sedersi; Utilizzare pupazzi o bambole per dimostrare i sintomi (starnuti, tosse, febbre) e cosa fare se ci si sente male (es. gli fa male la testa, gli fa male lo stomaco, ha caldo) e come confortare qualcuno che è preoccupato (coltivare empatia).  I servizi educativi comprendono anche questo, ovvero permettere ai bambini di sentirsi inclusi e di imparare a crescere anche attraverso le difficoltà, con il sostegno adeguato da parte di operatori qualificati ed efficienti. Il compito degli operatori sarà quello di garantire l’appartenenza ad un gruppo sociale, di riuscire a creare ambienti di gioco produttivi anche senza l’uso dei giocattoli, permettendo ai bambini di imparare divertendosi e superando tutte le difficoltà alle quali questo momento atipico ci sta sottoponendo.

Ri-ripartire dai più piccoli è un segnale importante per le comunità, dà un segno di speranza e di reciproca responsabilità – afferma Claudio Romano, presidente della Gea- per la costruzione di un nuovo modo di vivere nella comunità, con l’attenzione alle nuove generazioni e alla tutela delle persone fragili.